martedì 29 luglio 2008

la deriva delle certezze ovvero:il fonico filosofo

E' normale per un uomo, e per me fino ad alcuni giorni fa lo era, poter affermare - salvo disgraziate deformazioni- che il proprio indice è lievemente piu' corto del proprio medio senza aver bisogno di misurarli.Ebbene, ieri,righello alla mano,li ho misurati. Il medio è piu' lungo e d'altronde me l'aspettavo,ma il punto non è questo:il fonico del black dog ha messo in crisi ogni mia certezza e credo che per riprendermi mi ci vorra' almeno una settimana - se non due! Il suo volto impassibile dinnanzi a un madornale squilibrio dei suoni, se dapprima si è limitato ad irritarmi, col passare dei minuti ha principiato a sconvolgermi, portandomi conseguentemente a pormi delle domande: quale suono deve stare sopra all'altro, e perché? Per davvero, amici, non sarei più riuscito a giurare che una chitarra, in un pezzo fatto come si deve, non deve sopraffare la voce o che una base ritmica debba essere udita dal pubblico e non assurgere a semplice fatto estetico (del tipo: ma che belle congas rosse, quanto costano?). Avreste dovuto vedere il suo sguardo annoiato e inviolabile, adombrato da una noia imperscrutabile, la cui impassibilità - sono arrivato a pensare - pareva nascondere i germi di una sfida concettuale. Fatto sta che i volumi rimanevano sballati, le spie ci schiaffeggiavano a intermittenza per poi rinchiudersi nel più disorientante dei silenzi, il pubblico - già di principio assai esiguo - migrava lentamente verso migliori lidi, le teste dei miei compagni suonatori si facevano più chine e sconsolate - di una sconsolatezza tuttavia consolabile: e il fonico non batteva ciglio, come non si accorgesse di nulla, come fosse arrivato dallo spazio e non avesse la più pallida idea dei rumori terrestri e va da sé non potesse minimamente capire come si imposta un mixer da concerto rock. Oppure ci sfidava? Questo è il mio dubbio: che egli fosse un messo celeste giunto da chissà quale dimensione a scardinare il tessuto connettivo del nostro gruppo, e con lui le nostre certezze? Sì, un filosofo. Un fonico filosofo.
troppocognac

1 commento:

beppe04 ha detto...

la confusione che c'è stata sul palco è in buona parte da attribuire alle prove di suono che non ci sono state e noi che facciamo dell'equilibrio la nostra forza eravamo totalmente squilibrati e va beh, va anche detto che il ragazzo del mixer avrà pensato che il nostro grupponon necessitasse di prove visto il genere, fatto stà che la nostra performance ne à risentito parecchio come la nostra immagine, sbagliando si impara guardiamo avanti ciao beppe